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Cal 36_M92S_12g_minibior
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Bersagli
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Bersaglio

per la valutazione delle rosate

 

In questo articolo proponiamo un ulteriore metodo di valutazione delle rosate proposto da Bernardo Antonelli, conosciuto dagli amici come Reloader. Un metodo che auspichiamo possa favorire ulteriormente lo scambio di informazione tra i cultori della ricarica. Lasciamo ora la parola a Bernardo.


Il metodo empirico che vorrei suggerire e di tipo statistico, oggettivo, che penso risulti utile per la comparazione dei risultati balistici finali delle cartucce.
Alla base di tutto si pone la fruibilità dei medesimi mezzi di rilevazione da parte di tutti, per rendere possibile anche il confronto dei risultati. Questi si compongono essenzialmente di:

- un modello di rilevazione della rosata (bersaglio) disponibile gratuitamente sul WEB

- e di un tenditore dello stesso costruibile con pochi di spesa.


In particolare il modello di bersaglio da me testato, e che propongo per una serie di motivi che meglio motiverò in seguito, è stampabile e poi fotocopiabile in formato A3. (Cliccare sull'imagine per stampare gratuitamente).

 

Il bersaglio formato A3 (42*29.6 cm) supera il principale problema del classico bersaglio o disegno su placca di diametro pari a 75 cm: la difficoltà di reperibilità, il costo, e l’ingombro in caso si volesse archiviare. Un'altra peculiarità di questo sistema è quella di poter conservare, ordinatamente catalogate, tutte le rosate degne di rilievo delle cartucce provate, non in formato fotografico bensì in formato tangibile. Parleremo poi di quali informazioni standard inserire su ciascun foglio. La superficie complessiva del ns. bersaglio è pari a 12,4 dm quadrati, meno di quello standard di diametro pari a 75 cm (44,2 dmq) ma che ritengo comunque valido per tutta una serie di rilevazioni statistiche idonee a rilevare il rendimento balistico terminale.

 

Veniamo ora alla realizzazione del supporto per tenre in piedi il bersaglio,qusto semplice attrezzo è costituito da 3 bracci:

- 2 bracci trasversali di lunghezza pari ad 1 metro, 1 braccio orizzontale lungo 29mm

La distanza del foro di snodo centrale risulta 27 da un lato e 73cm dall'altro.

Il foro centrale è fissato con vite a dado in modo da permettere la chiusura a compasso. Il braccetto orizzontale ha la duplice funzione di mettere subito in misura la distanza dei 4 chiodi che sostengono il bersaglio e di fungere da sostegno per appendere alla placca il tenditore. E’ ovviamente possibile applicare anche un’ulteriore zampa posteriore per l’utilizzo in campo aperto come treppiede. La versione da me realizzata, in ferro dolce quadrato da 8x8 mm, permette di infilzare rapidamente in successione i fogli sui quattro supporti sia appeso alla placca di metallo del poligono che in campo aperto, anche in presenza di brezza. Una volta ripiegato e fissato con del velcro, occupa uno spazio veramente esiguo (100 cm).
Predisposto il bersaglio andrà posta molta cura nel posizionarsi per lo sparo a una distanza convenzionale, che dovrà essere possibilmente sempre rispettata nelle varie prove.
Propongo i classici 30 mt per i calibri dal 12 al 20 e 20 mt per i calibri minori e per le cartucce dispersanti.

Vediamo ora un caso pratico.

Mi è stata proposta tempo fa una dose in Cal 20 per il percorso caccia , ma l’esempio si applica a qualsiasi tipo di calibro e cartuccia, che in sintesi era di gr. 1,25 di MB*32 con 26 gr di piombo n.9 e DFS 615 Fiocchi. Ovviamente il mio fucile (Crio Benelli) e la strozzatura erano diverse dal 301 Beretta di chi mi consigliava la dose. Ho quindi sottoposto a verifica la carica, come di solito effettuo con tutte le altre e che archivio poi nel mio Rosatario, nel seguente modo. Ho preparato 3 cartucce simili, mantenendo ferma la carica di polvere (1.25 gr), variando di + o – 1 gr il piombo. Per queste verifiche trovo il piombo n.9 come ideale per densità di rosata. L’esame della resa balistica, che di seguito spiego come ho condotto, mi ha permesso di osservare il migliore rendimento, eseguito con i miei mezzi di ricarica e sul mio fucile, con gr 25 di piombo, e successivamente di ottenere risultati appena inferiori con gr 24 !

 

Resa balistica


Mostriamo 3 fotografie dei risultati relativi all’esempio prima descritto. Tenete presente che la densità di rosata è proporzionale al peso di pallini lanciato e, anche se può sembrare esiguo, non inficia le analisi che condurremo, anzi !!!

Come visibile in alto a sinistra delle foto, appena staccato il foglio segno il numero progressivo della cartuccia che ho provato quel giorno, le cui dosi consiglio di segnare a parte in un foglietto, e che poi a casa riporto con cura negli spazi in fondo al bersaglio, per futura memoria. Vedremo alla fine quali annotazioni riportare.
In seguito, con comodo, evidenzio con un pennarello i singoli fori presenti sul bersaglio, per migliorarne la visibilità, anche fotografica, quindi rilevo i seguenti parametri.

- N° di fori totali sul foglio A3
- N° di fori per ogni quadrante del bersaglio
- N° di fori totali dei quadranti
- Stima del totale pallini sparati nella cartuccia

Il tipo di bersaglio da me suggerito ha la caratteristica di avere come diametro 26 cm, molto vicino cioè agli usuali 30 cm di quello centrale delle placche di prova con cerchio da 75 cm. In pratica il numero dei pallini contenuto nei 4 quadranti rappresenta un valido indicatore di rilevazione percentuale della densità di rosata al suo centro (Coeff. A). Per curiosità vi segnalo che l’area del bersaglio centrale è pari a circa 530 cm quadrati, ovvero a quelli di una Lepre media, mentre due quadranti (circa 265 cmq), meglio 2 opposti, quella di un Fagiano e 1 quadrante ( 133 cmq) quella di un Colombaccio/Tortora.
Sempre per curiosità annoto che un Piattello grande (11 cm diametro), anche tipo Lepre, quasi combacia con il cerchio centrale bianco, mentre un piattello piccolo (6 cm di diametro) con quello nero centrale. E’ vero che ai piattelli si spara quasi sempre di sbieco ma, stante la velocità che li anima e la lunghezza della rosata che attraversano, è quasi come se fossero fermi di fronte. La superficie totale del foglio A3 è pari a 12,4 dm quadrati che rappresentano il 28% del più classico cerchio di 75 cm di diametro (44,2 dmq) e, più in particolare la sua parte centrale; questo a meno che il fucile, o più probabilmente il manico dello stesso, non tirino storto!!
Misurando in percentuale il numero dei pallini che hanno colpito tutto il foglio sul totale della cartuccia sparata avremo un secondo indice di concentrazione (Coeff. B) della cartuccia.

Osservazioni e criteri di confronto


Riallacciandomi al caso pratico sopra riportato vi elenco i coefficienti delle 3 cariche Cal. 20. Per determinare la quantità totale dei pallini lanciati è sufficiente moltiplicare il numero di pallini per gr (Pallini n. 9 = n.17 per grammo) per il totale della cartuccia.

1) 1,25*26, Pall. Tot= 442, Pall. Centro= 36, Pall. Foglio= 85, A=19,3% B=8,1%

2) 1,25*25, Pall. Tot= 425, Pall. Centro= 50, Pall. Foglio= 111, A=26,1% B=11,8%

3) 1,25*24, Pall. Tot= 408, Pall. Centro= 45, Pall. Foglio= 105, A=25,7% B=11,0%

Come si nota facilmente la carica con i coefficienti migliori è quella con 25 gr di piombo. Va notato come la carica da 24 gr, pur presentando dei coefficienti molto simili a quella da 25, presenta però in valore assoluto meno pallini sia al centro (45 contro 50) che meno pallini anche sull’intero foglio (105 contro 111) riducendo quindi nettamente le possibilità di rottura del piattello, cui è destinata, a parità di distanza.
L’esame visivo del foglio evidenzia una distribuzione più regolare della carica da 25 gr, rilevabile sia dal conteggio dei fori di ciascun settore circolare che con un altro coefficiente che chiameremo C e rappresenta un buon indicatore di dispersione.
Questo si ottiene dividendo il numero di pallini nel bersaglio per il numero totale sul foglio.

4) 1,25*26, Pall. Centro= 36, Pall. Foglio= 85, C=42,3%

5) 1,25*25, Pall. Centro= 50, Pall. Foglio= 111, C=45,0%

6) 1,25*24, Pall. Centro= 45, Pall. Foglio= 105, C=42,8%


Anche in questo caso la carica migliore risulta quella da 25 gr. Ovviamente nel caso di cariche dispersanti e da stanziale con borra vegetale questo indicatore dovrebbe essere considerato al contrario.
Purtroppo la limitata disponibilità di superficie del foglio A3 non permette analisi sulla distribuzione delle aree più esterne della rosata, pertanto per caricamenti speciali in cui si voglia monitorare proprio la corona della rosata si deve ricorrere ai metodi classici.

Velocità della carica


Possiamo supporre che la carica da 24 gr risulti la più veloce delle 3 esaminate, avendo un peso di lancio inferiore alle altre 2 a parità di spinta propulsiva (polvere + innesco).
Questa deduzione risulta però anche confermata, nel lato pratico. Osservando, infatti, il bersaglio sul retro, si può notare che al variare dell’intensità con la quale i pallini si schiacciano contro la piastra questi rilasciano delle micro-schegge contro il lato bianco del foglio: maggiore è la velocità di impatto, maggiore è la quantità di schegge proiettate verso il foglio e la loro impronta su di esso. Con un minimo di pratica si identifica subito una carica con una velocità terminale troppo esigua (non lascia impronte) e minima (nelascia poche visibili) o migliorabile (impronte presenti ma che non tagliano il foglio). Ovviamente quanto sopra vale a 30 mt di distanza con pallini tra il n. 7 ed il n. 9.

Confrontabilità


Come dicevo nell’introduzione, se più persone usano questo stesso metodo di misurazione delle proprie cariche, risulta poi facile confrontare il rendimento balistico di ognuno, misurando semplicemente i coefficienti A, B o C, al di la del calore espositivo del collega che spesso promette miracoli con la propria dose.
Ovviamente devono essere rigorosamente rispettati i canoni di rilevazione che di seguito oserei proporre.

- Distanza: sempre 30m; per le dispersanti e calibri inferiori al 20 propongo 20 mt.
- Bersaglio: quello indicato sopra su foglio formato A3
- Pallini: qualsiasi, fanno eccezione i pallini sopra il 9, per i quali la distanza è eccessiva
- Fucile: qualsiasi, purché con strozzatura media

Dovrebbe essere chiaro che una cartuccia, con coeff. A del 60% e C del 60% avrete una cartuccia molto stretta e da lunghissima distanza e viceversa.

Archiviazione


Per conservare le osservazioni ho cominciato ad archiviare i fogli in due raccoglitori per formato A3 (uno per il Cal 20 ed uno per il Cal 12) facilmente reperibili in cartoleria.
Ovviamente prima ho provveduto a completare le informazioni di base presenti sul bersaglio

Conclusioni


Verrebbe spontaneo dopo aver letto quanto sopra pensare che il sottoscritto sia un pazzo con cui è meglio non discutere di ricarica, a meno di non volersi sorbire una filza di coefficienti matematici, ostici alla maggior parte delle persone. Vi assicuro che non è così, anzi, quando sento di alcune dosi miracolose, cerco appena possibile di scoprire se e come adattarla al mio modo di caricare e spesso trovo delle variazioni anche apprezzabili e le ottimizzo a mio piacimento.
Il metodo torna altresì comodo, quando non si hanno affatto informazioni su di una certa carica e si vuole procedere per gradi fino al raggiungimento della giusta dose. Il confronto dei vari risultati, alle volte già con solo tre cartucce, permette immediatamente di muoversi verso un appesantimento o un alleggerimento della carica lanciata. Per sicurezza, le dosi di caccia e di tiro che diventeranno le vostre “migliori” , andranno provate in diversi periodi e con diverse temperature, controllando nel Rosatario la rispondenza con i coefficienti già registrati.
Interessante è anche rilevare quanto l’escursione termica e la variabilità metereologica influiscano sulla medesima carica: lascio a voi il gusto di verificarlo.

Per ulteriori informazioni, visita il sito.
 
 
Questo Articolo è stato aggiunto sul nostro sito il Thursday 17 December, 2009.
 
 
 
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