Lo studio delle rosate è un argomento
che da sempre afascina i cultori della balistica dell'arma liscia. I metodi
che sono stati escogitati nel corso del tempo sono innumerevoli.
In questo articolo ne proponiamo uno di facile utilizzo che sicuramente
avrà bisogno di ulteriori analisi ma, comunque, pensiamo possa
dare delle indicazioni utili al caricatore domestico.
Siamo partiti ponendoci un quesito: tra le mani abbiamo una doppietta
calibro 16 con la quale intendiamo cacciare la Beccaccia utilizzando cartucce
da 28 grammi di pallini n°8. Tralasciamo di proposito i particolari
sia del fucile che dell'assetto della cartuccia. Noi sappiamo che la maggior
parte dei tiri sul selvatico, considerati i fattori ambientali nei quali
ci troveremo, andranno dai 20 ai 25 metri. A questo punto il caricatore
vorrebbe sapere se l'attrezzattura di cui dispone è adatta allo
scopo.
Decide così di realizzare un bersaglio. Come prima ipotesi la
maggior parte penserebbero subito al classico foglio da 70 cm con il famoso
cerchio da 65 cm. Tale metodo risulterebbe certamente utilissimo ma un
foglio così grande risulterebbe di impaccio nel trasporto. L'ideale
sarebbe quindi un normale foglio A4, magari in cartoncino, che ci permatta
di portare in una cartellina decine di bersagli. sarebbero pronti in ogni
momento, anche nelle pause tra una battuta e l'altra ad esempio. Inoltre
eviterebbero di dover andare di proposito in un campo da tiro per poter
disporre di una piastra abbastanza ampia per il bersaglio classico da
70 cm. Molti si sono ingegnati utilizzando fotografie ritraenti l'oggetto
dei loro desideri ma molto spesso non in scala.
Abbiamo così deciso di provare a ideare delle sagome stilizzate
per vari selvatici dove sono ommesse tutte le parti non vulnerabili come
piumaggio, becco e zampe per ridurre all'essenziale il nostro bersaglio.
Abbiamo eliminato anche ali e collo poichè a seconda della postura
dell'animale variano notevolmente la loro posizione. Il tutto è
stato ridotto a due corpi che rappresentano corpo e testa. E' stata posta
particolare attenzione alle dimensioni dell'area vulnerabile delle varie
sagome in modo da dare un bersaglio veritiero e reale senza inconvenienti
dovuti alle dimensioni falsate. Alcune potrebbero risuòltare quasi
uguali nelle forme ma la quadrattura dell'area vulnerabile è stata
studiata in relazione ad ogni singolo selvatico.
Nel nostro caso abbiamo analizzato la beccaccia per la quale si sono
stimati circa 85 cm quadrati di area vulnerabile che abbiamo distribuito
nelle due porzioni già citate.
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